Questo post è stato scritto da Gianpaolo Torchio, Referente del Collocamento Mirato della Provincia di Monza, Stefano Catti responsabile dell’Agenzia di Mediazione Lavoro del consorzio SIR e Sergio Bevilacqua esperto di politiche e servizi per l’inserimento lavorativo.
Quali sono le condizioni che permettono ai soggetti che collaborano da tempo di diventare una rete capace di muoversi in modo omogeneo verso obiettivi condivisi?
Il workshop tenuto presso la sede della Provincia di Monza e della Brianza il 5 aprile ha fornito parecchie risposte. Innanzitutto i partner erano reduci da un percorso intrapreso attraverso lo sviluppo della azione di sistema “Servizi in Rete”, progetto inserito nell’ambito del Piano LIFT, che li aveva visti impegnati in un laboratorio che li aveva sollecitati a confrontarsi sulle modalità di presa in carico delle persone con disabilità. Sei incontri che hanno coinvolto una decina di operatori di 6 enti accreditati che nel territorio monzese operano sul tema della disabilità.
Avevamo già presentato questo percorso e il confronto sul tema della rete con i referenti di altre province lombarde.
(https://slosrl.wordpress.com/2015/12/14/946/) ( https://www.abilinrete.mb.it/2015/12/14/modelli-di-inserimento-lavorativo/)
La prima risposta al quesito iniziale è legata alla capacità di chi governa di rappresentare i passi, le modalità, le intenzioni che costituiscono il progetto di governance. E potremmo anche dire la capacità di comunicare questo progetto in modo forte e chiaro.
La seconda riguarda le acquisizioni avvenute nel percorso laboratoriale, che hanno puntualizzato le caratteristiche del modello monzese. Modello suddiviso in fasi ben distinte della presa in carico dell’utente a cui corrispondono attività di prima valutazione, di accoglienza e valutazione più strutturata, di potenziamento dell’occupabilità e di ricerca dell’occupazione. Le fasi del processo nella realtà operativa sono “disordinate” perché il rapporto tra ente ed utente ha inizio in modi molto diversi. Inoltre gli utenti non usufruiscono di tutte le fasi perché la relazione con l’ente è influenzata dalle scelte delle persone e delle famiglie. Gli operatori concordano nel definire fondamentale la fase della valutazione strutturata da supportare con uno scambio organizzato di dati e informazioni fra operatori dei vari enti.
La strutturazione di un sistema informativo che registri e condivida le prese in carico delle persone con disabilità da parte degli operatori attivi sul territorio provinciale e ne supporti il lavoro, è una delle azioni di sistema in atto. Altra risposta fattiva al quesito iniziale.
Le aziende invitate, coinvolte anch’esse in alcune attività nel piano provinciale Lift e, in particolare, nello sviluppo dell’azione di sistema “Aziende in Rete”, hanno presentato il loro punto di vista relativo ai temi che emergono nella gestione del processo di inserimento. Emerge che l’impatto più rilevante legato all’ingresso della persona con disabilità è sul sistema di relazioni presente nell’unità operativa dove viene inserita e sulla successiva ricostruzione di un nuovo equilibrio, basato sull’inclusione di un individuo che richiede forme di tutela particolare per quanto riguarda sicurezza, ritmi e carichi di lavoro. Ma appare altrettanto evidente che è spesso la persona con disabilità a portare un contributo significativo al contesto di lavoro, in molti casi anche attraverso un forte orientamento al risultato, contribuendo quindi a sua volta alla ridefinizione del nuovo equilibrio. Tale racconto fornisce un’ulteriore risposta al quesito che riguarda le modalità che favoriscono il lavoro di rete. In questo caso la possibilità di condividere gli output dell’inserimento lavorativo con aziende che verranno coinvolte successivamente per approfondire come aumentare l’efficacia dei servizi di inserimento lavorativo.
La rete fra soggetti che operano in un territorio può quindi essere avvantaggiata da una politica di governance trasparente. Su un “linguaggio” che consente agli operatori di condividere alcuni riferimenti concettuali relativi alla presa in carico dell’utente. Arrivando ad una modellizzazione presentata non solo agli operatori coinvolti nei laboratori ma anche al personale delle organizzazioni di appartenenza. E al personale delle organizzazioni che non hanno partecipato ai laboratori.
Come emerge chiaramente, il tema della comunicazione diviene strategico per consolidare le riflessioni emerse. Per favorire una condivisione più ampia, per creare un senso comune relativo al modello di presa in carico che si vuole consolidare.
Evidentemente il lavoro di sviluppo della rete non si conclude con il workshop ma è destinato a continuare una delle tappe più significative sarà l’istituzione dei tavoli locali che favoriranno il radicamento della rete nei diversi ambiti territoriali. Il lavoro dunque continua, per aumentare l’efficacia dell’inserimento delle persone con disabilità nel mercato del lavoro.
Gianpaolo Torchio, Stefano Catti, Sergio Bevilacqua
qui di seguito il materiale utilizzato durante gli interventi di Sergio Bevilacqua e Gianpaolo Torchio:
Torchio
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Bevilacqua